La pubalgia si manifesta con un dolore nella zona pubica, inguinale o all’interno coscia. Di questa malattia abbiamo parlato nel nono episodio della rubrica Sky Sport Doctor che va in onda ogni sabato mattina con la nostra consulenza scientifica su Sky Sport. Protagonista di questa puntata il Direttore del nostro centro di Torino, Dott. Fabrizio Tencone.
Cos’è esattamente la pubalgia?
Pubalgia è un termine molto generico, significa «algia al pube», cioè dolore nella zona dell’inguine e del pube. E’ una patologia cronica, complessa, e sono moltissime le possibili cause, non solo di «origine sportiva». Un recente studio scientifico italiano ha dimostrato che le possibili cause di pubalgia sono almeno 66!
Tutti gli sportivi corrono il rischio di avere la pubalgia?
La pubalgia non colpisce tutti gli sportivi, ma è comune negli atleti che fanno sport che necessitano di movimenti bruschi degli arti inferiori, cambi di direzione rapidi e sprint, sforzi elevati che sollecitano intensamente l’area inguinale e pubica.
Il calcio è certamente tra gli sport più a rischio di pubalgia, ma non il solo!
Altro sport a rischio pubalgia è il tennis con movimenti laterali rapidi e cambiamenti di direzione improvvisi.
Così come nel rugby, dove i contatti fisici intensi e le rapide accelerazioni sollecitano fortemente la zona muscolare intorno al pube.
Quali sono i sintomi della pubalgia?
I sintomi principali sono il dolore nella zona dell’inguine, che può irradiarsi in basso verso l’interno della coscia, o in alto verso il pube e l’addome.
Inizialmente il dolore è presente solo durante l’attività sportiva, non è acuto, e scompare al termine degli sforzi, ed è per questo che viene spesso sottovalutato inizialmente.
Gli sportivi con pubalgia mi ha sempre detto «Doc, non mi sono fermato subito perché pensavo che mi passasse, e invece eccomi qui, non riesco più neanche a tossire…!»
Come si fa la diagnosi?
La diagnosi viene effettuata, come un po’ per tutte le patologie sportive, grazie ai fondamentali 3 step che prevedono:
- 1 – L’ascolto del racconto dell’atleta;
- 2 – la visita del medico, con i test specifici;
- 3 – gli esami necessari in base alle diverse ipotesi.
Sugli esami è molto importante sottolineare che vengono decisi dopo la visita, non prima.
Alcuni pazienti mi dicono «Doc, faccio l’ecografia o la risonanza magnetica e poi vengo da te»: sbagliato!
Si potrebbe trattare di una prostatite o una cistite, di un intrappolamento di un nervo, di molte altre cause. Pertanto «prima la visita, poi gli esami»
Come si cura la pubalgia?
La cura è complessa, la pubalgia è una patologia cronica, solitamente dura da tanto tempo e ha bisogno di tanto tempo per guarire!
La prima cosa da fare è diminuire o sospendere l’attività sportiva specifica.
Il trattamento riabilitativo comprende terapie strumentali, manuali, farmaci antinfiammatori, e in alcuni casi infiltrazioni, ma soprattutto esercizi di rinforzo muscolare e stretching.
Il trattamento chirurgico è raro, ma può essere necessario nei casi più gravi.
A volta la pubalgia è causata da una vera e propria ernia inguinale, o da quella che viene chiamata «ernia dello sportivo» che è una debolezza della parete posteriore del canale inguinale.
In questo caso è necessario l’intervento chirurgico!
Ma la vera medicina per la pubalgia sono gli esercizi.
Essendo la pubalgia causata nella maggior parte dei casi da uno scompenso, un disequilibrio tra l’intensità dei movimenti sportivi e il livello di forza muscolare della zona pubica,
- – la chiave della cura sono gli esercizi di rinforzo;
- – la pubalgia non si guarisce sul lettino del fisioterapista, ma sudando in palestra;
- – Il programma di esercizi più famoso si chiama protocollo Copenhagen.
Si tratta di eseguire esercizi di rinforzo sempre più difficili, con difficoltà che progressivamente aumentano una volta che vengono perfettamente eseguiti gli esercizi del livello più semplice.
Si inizia sdraiati su un materassino, sollevando la coscia infortunata, e poi si passa a fare esercizi progressivamente sempre più difficili e faticosi, che devono essere eseguiti anche con l’aiuto di un compagno che prima blocca la gamba sana (infortunata) a livello del ginocchio, e nella fase di maggiore difficoltà blocca la gamba sana (infortunata) a livello della caviglia.
Se sei in grado di fare bene esercizi di questo tipo è proprio difficile che non ti passi, che non si risolva la pubalgia!
E per i pazienti comuni come si cura la pubalgia?
Facendo esattamente quello che abbiamo già detto, tutti questi consigli riguardano anche gli atleti cosiddetti comuni. Le regole sono le stesse.
La pubalgia, si sa, è difficile da risolvere, ed è importante ricordare che anche una volta guarita sarà necessario continuare a fare esercizi di rinforzo, la cura e la prevenzione non si fanno con gradevoli massaggi, ma con faticosi esercizi.
Che sia ben chiaro: per guarire la pubalgia servono pochi massaggi e tanto sudore!