Prosegue il focus sugli infortuni muscolari dopo la precedente puntata che aveva visto protagonista Francesco Della Villa, Direttore dell’Education and Research Department. In questo nuovo appuntamento su Sky Sport il testimone è passato al Dott. Fabrizio Tencone, Direttore del centro di Torino.
Come si guarisce da un infortunio muscolare?
La prima cosa da dire è che si tratta di infortuni non semplici da recuperare, lo dimostra il fatto che sono gli infortuni con il più alto rischio di recidiva, di re-infortunio.
Se parliamo dell’infortunio ai muscoli posteriori della coscia, i muscoli chiamati “hamstring” o più comunemente nello spogliatoio “flessori”, è molto importante sapere una cosa fondamentale:
lo stesso tipo di infortunio ha tempi di recupero sportivo diversi a seconda dello sport e a seconda del ruolo nello stesso sport.
Tempi di recupero diversi a seconda dello sport?
Gli amici medici del Barcellona sono molto esperti in diversi sport, non solo il calcio, perché il Barca è una polisportiva, con squadre di molti sport ai più alti livelli internazionali.
I miei colleghi spagnoli hanno dimostrato che un infortunio agli hamstring, ai flessori della coscia, un infortunio di gravità intermedia, ha un tempo previsto di ritorno alla gara:
di 2 settimane se giochi a basket,
di 4 settimane se giochi a hockey a rotelle,
di 6 settimane se giochi a calcio,
di 9 settimane se sei uno sprinter in atletica.
Tempi di recupero diversi anche a seconda del ruolo?
Corretto! Quando noi medici dello sport ipotizziamo i tempi di ritorno allo sport, la cosiddetta prognosi, dobbiamo tener conto di diversi fattori.
Se parliamo del calcio è necessario tener conto se il giocatore si era già fatto male nello stesso muscolo o è il primo infortunio;
se il giocatore è un centrocampista e corre a ritmi più regolari oppure gioca sulla fascia e fa mille scatti e allunghi;
se il giocatore è fondamentale per la squadra o meno e anche in quale periodo della stagione avviene l’infortunio, se è vicino o meno ad appuntamenti importanti.
Nello studio che hanno fatto gli amici medici del Barcellona si è visto che due diversi calciatori che hanno lo stesso infortunio “che dovrebbe guarire in 4 settimane” possono avere dei tempi di ritorno alla partita molto diversi, uno rientra dopo 3 e l’altro dopo 7 settimane!
Cosa prevede la riabilitazione dopo un infortunio muscolare ai flessori?
La riabilitazione di un infortunio muscolare dei flessori è un percorso molto delicato, proprio perché – come abbiamo già accennato – è altissimo il rischio di non guarire bene e di rifarsi male, ed è fondamentale controllare, monitorare l’andamento della guarigione grazie alle visite mediche e agli esami ecografici ed eventualmente alla risonanza magnetica.
Per quanto riguarda la riabilitazione la prima cosa che bisogna fare, e questo vale per tutti gli infortuni sportivi acuti, è fare POLICE.
Police come polizia in inglese?
Esatto! E’ un acronimo che ci aiuta a ricordare cosa dobbiamo fare nelle prime 24-48 ore dopo un infortunio.
La P sta per Protezione della zona infortunata,
OL sta per optimal loading, cioè per carico, appoggio quanto tollerato,
la I sta per ice, ghiaccio,
la C sta per compressione
e la E per elevazione.
Se facciamo questo subito dopo un infortunio sportivo, qualunque infortunio, non solo muscolare, non sbagliamo mai.
La riabilitazione prosegue con esercizi in piscina utilissimi, che e vanno dalla semplice camminata a iniziali simulazioni di movimenti sportivi.
Ma attenzione! Nella primissima fase di un infortunio muscolare sono assolutamente vietati i massaggi profondi che possono far sanguinare ancora di più la lesione del muscolo stesso.
E dopo che si cammina bene si può iniziare a correre?
E’ proprio così, raggiunto il primo obiettivo, camminare bene, si inizia a pensare al successivo: corricchiare.
La riabilitazione si svolge prevalentemente in palestra, e oltre alle terapie strumentali e manuali si inizia a correre e si cominciano i primi esercizi di rinforzo del muscolo infortunato.
E dopo che si corre bene si può aumentare la velocità e la difficoltà della corsa?
Giusto, è proprio questo l’approccio corretto.
In questa fase il muscolo è ormai guarito anatomicamente e si devono focalizzare le cure sul completo recupero della forza, questo è l’obiettivo decisivo.
L’uso del dinamometro isocinetico permette di allenare il muscolo, e soprattutto di misurare il recupero e la differenza che eventualmente c’è ancora tra una coscia e l’altra.
In questa fase si suda, si suda molto.
E a questo punto via con la squadra!
No, non è ancora ora della squadra, non basta correre abbastanza veloci e aver il muscolo forte come prima per potersi considerare pronti, è necessario completare la riabilitazione con il “collaudo”, la fase finale, la riabilitazione sul campo dove vengono provati i movimenti e le intensità di gioco sempre più elevate, monitorando la corsa con il GPS così da poter essere sicuri che si stanno effettuando alte velocità, anzi, altissime velocità che sono fondamentali nel recupero di un infortunio ai flessori.
Sembra tutto piuttosto complesso, e anche difficile per l’atleta comune.
No, non è complessa la riabilitazione di un infortunio muscolare, è delicata sì, ma non è difficile far guarire l’atleta e riportarlo a fare il suo gesto sportivo, negli infortuni muscolari dei flessori la difficoltà, la complessità è il tempo, è il poco tempo a disposizione perché il giocatore “deve tornare in campo prima possibile”; questo atteggiamento, “questa fretta” fa sì che gli infortuni muscolari sia gli infortuni con il più alto indice di recidiva.
E per quanto riguarda gli atleti cosiddetti comuni le regole sono le stesse, cioè fare la migliore cura possibile, la migliore riabilitazione, e tornare a giocare non solo quando l’ecografia «è a posto», ma non prima che la forza dei flessori sia perfettamente recuperata! Se la forza del muscolo è tornata perfetta il rientro è sicuro.
Negli infortuni muscolari il mio consiglio è: pochi massaggi e tanti esercizi!