La decima puntata della rubrica Sky Sport Doctor in onda su Sky Sport è dedicata alla sindrome dolorosa femoro-rotulea, quella che più comunemente chiamiamo “mal di ginocchio”. Ci sono percentuali molto alte di casi di dolore di ginocchio tra i giovani e gli episodi sono molto frequenti. Il Dott. Francesco Della Villa, Direttore del nostro Education and Research Department, spiega cosa possiamo fare per prevenire questo fastidio.
Che cosa intendiamo per Sindrome Dolorosa Femoro-Rotulea?
La Sindrome Dolorosa Femoro-Rotulea è una delle cause più frequenti in assoluto di dolore anteriore al ginocchio. È una condizione di carattere funzionale in cui si crea uno squilibrio dell’articolazione femoro-rotulea, quella che collega la rotula al femore sottostante (l’articolazione è parte del ginocchio e la sua funzione è basata su un delicato equilibrio funzionale si scorrimento della rotula sul femore sottostante).
Il dolore, spesso bilaterale, è localizzato sotto o intorno alla rotula e aggravato da attività caratteristiche, come squat, stare a lungo seduti o scendere le scale (uno dei sintomi più caratteristici in assoluto).
L’andamento del dolore è altalenante, e spesso periodi di dolore sono intervallati a lunghi periodi di benessere e completa assenza di sintomi.
Alla diagnosi generalmente il paziente ha dolori da anni.
Quanto è frequente e chi è a maggior rischio?
Il dolore femoro-rotuleo è considerato il mal di schiena dell’arto inferiore proprio perché è molto frequente.
- Ogni anno circa il 30% della popolazione giovane attiva lamenta sintomi di dolore femoro-rotuleo.
- Circa il 40% delle persone attive ha almeno un episodio doloroso nel corso della vita.
Gli adolescenti e le donne, in particolare le giovani ragazze, sono più a rischio, così come chi pratica sport in cui sono presenti salti e cambi di direzione (come pallavolo, basket o calcio) o importanti sollecitazioni del ginocchio, come il ciclismo e in misura minore la corsa.
Quali sono le cause del dolore femoro-rotuleo?
Esistono diverse presentazioni di dolore-femoro rotuleo, ma questa condizione è causata da una serie di fattori biomeccanici (prossimali, locali e distali) che concorrono a destabilizzare l’arto inferiore.
Il ginocchio è quindi vittima di quello che succede a monte (a livello dell’anca) e a valle (a livello della caviglia) e l’articolazione femoro-rotulea è la struttura che ne risente di più.
A livello dell’anca abbiamo spesso una eccessiva intra-rotazione e adduzione del femore, mentre a livello del piede, spesso osserviamo un retro-piede pronato (piede piatto dinamico). Questi due fattori facilitano il ginocchio valgo dinamico, ovvero il ginocchio che “cade” verso l’interno e forzano la rotula a “lavorare male”, premendo eccessivamente verso l’esterno (più spesso).
Questi pazienti spesso caricano maggiormente il ginocchio causando un’eccessiva pressione sull’articolazione. L’insieme di fattori comporta pressioni eccessive sull’articolazione FR, che a lungo andare possono causare lesioni della cartilagine e artrosi FR. Per questo è importante agire immediatamente.
Come si arriva alla diagnosi di Sindrome Dolorosa Femoro-Rotulea?
La diagnosi è generalmente clinica, basata sulla visita medico-sportiva (la storia clinica è caratteristica) e coadiuvata da una risonanza magnetica (non sempre necessaria ma utile ad escludere altre cause di dolore anteriore di ginocchio in presenza di sospetto clinico).
In che cosa consiste il trattamento?
Il trattamento della SDFR è basato in prima linea su un programma di recupero funzionale fondato soprattutto sull’esercizio.
I due obiettivi cardine sono il controllo dei sintomi e la rimozione delle cause (fattori predisponenti biomeccanici) perché il risultato si mantenga nel tempo. Togliere il dolore non è abbastanza, perché se re-inserito nello stesso contesto funzionale, tornerà.
- L’approccio si fonda sul rinforzo muscolare (di anca, ginocchio e caviglia) sull’ottimizzazione della qualità del movimento (di tutto il corpo) e sulla progressione ottimale del carico.
- Il tempo da dedicare al trattamento non è inferiore ai 2 mesi.
Il percorso si divide in tre parti fondamentali.
- In pazienti con dolore severo il percorso comincia in palestra. Ad un iniziale strategia di controllo del dolore (a discrezione del medico) seguiranno esercizi di flessibilità e di rinforzo dei muscoli del ginocchio e dell’anca.
- Una volta recuperata parte della forza, il paziente può effettuare un test di analisi del movimento, momento cardine del trattamento, utile a personalizzare un percorso di ottimizzazione delle posture dinamiche durante gesti sportivi.
- Pazienti con dolore più contenuto, che tipicamente continuano a praticare sport, possono cominciare direttamente a questo punto.
- In questa fase si rimuovono i fattori di rischio biomeccanici, lavorando sulla qualità del movimento. Il movimento viene destrutturato nelle sue parti più semplici e ricostruito correttamente. E’ la fase chiave del trattamento, e culmina con i test di controllo, per verificare oggettivamente lo stato del recupero.
- Il percorso termina con la riabilitazione sul campo, con il fine del recupero della gestualità sport-specifica in un contesto controllato, prima del tanto agognato ritorno all’attività.
Forse non è un po’ troppo per un po’ di male al ginocchio?
No, il percorso è impegnativo, ma è la migliore soluzione per interrompere un pericoloso circolo vizioso e per mantenere la partecipazione sportiva, vera salvaguardia della salute a lungo termine.