Nell’ottava puntata di Sky Sport Doctor andata in onda sabato 14 dicembre 2024 il Direttore di Isokinetic Torino, Dott. Fabrizio Tencone, ha proseguito l’approfondimento sulla distorsione di caviglia iniziato nell’appuntamento precedente.
Quanto tempo ci vuole per tornare a giocare dopo una distorsione della caviglia?
Non si può rispondere in modo preciso. Come dico sempre ai miei pazienti, i tempi sono tanto differenti a seconda della gravità dell’infortunio.
Per una distorsione semplice si può tornare a giocare dopo pochissimi giorni. Una distorsione semplice è quella che nel gergo viene definita una semplice «storta».
Nei casi più gravi possono essere necessari molti mesi. Una distorsione seria può provocare una frattura ossea. E, anche se raramente, potrebbe essere necessario addirittura l’intervento chirurgico per ricostruire i legamenti lesionati.
Come si guarisce dopo una distorsione della caviglia?
La riabilitazione, il recupero dopo un infortunio alla caviglia è un percorso progressivo, che noi tendiamo a schematizzare suddividendolo in fasi.
In tutto questo percorso di cura la regola più importante è quella di rispettare la progressione riabilitativa, fare le cose per bene, un obiettivo di guarigione dopo l’altro: ad esempio se non cammini ancora bene non puoi certo iniziare a correre, e così via.
Nella prima fase della riabilitazione la caviglia:
… non deve fare più male;
… si deve sgonfiare;
… deve tornare a muoversi bene, ad articolare bene.
La prima fase delle cure termina quando si torna a camminare perfettamente bene e gli esercizi in piscina sono importantissimi.
In acqua l’articolazione è protetta, e si passa velocemente dalla semplice camminata a esercizi di simulazione sportiva sempre più intensi, anche con oggetti sport-specifici come la palla.
E dopo che si cammina bene si può iniziare a correre?
E’ proprio così. Raggiunto il primo obiettivo, camminare bene, si inizia a pensare al successivo: correre e preparare il rientro sul campo di riabilitazione.
In questa fase la riabilitazione si svolge nella palestra riabilitativa, ed è dedicata soprattutto al rinforzo della muscolatura intorno alla caviglia.
Nella seconda fase della riabilitazione la caviglia:
… si deve tornare a correre sul tapis roulant;
… si deve avere la caviglia forte;
… e si deve cominciare a fare i primi saltelli senza paura di atterrare sulla caviglia infortunata.
Per questo, utilizziamo tecniche modernissime di analisi visiva e studio degli appoggi, per capire se si atterra bene o male da un salto.
Questa tecnologia ci permette di capire quanto si tende a proteggere l’atterraggio caricando ancora sulla gamba sana e non fidandosi di quella infortunata.
Solo quando gli appoggi saranno simmetrici potremo dire che la paura di appoggiare e di saltare sarà passata!
E a questo punto si è a posto? Si corre bene e si salta bene: si può rientrare con la squadra?
No, non è ancora ora della squadra, non basta correre veloci o saltare bene per potersi considerare pronti dopo un infortunio serio della caviglia.
E’ necessario completare la riabilitazione con il “collaudo”, la cosiddetta riabilitazione sul campo dove vengono provati i movimenti e le intensità di gioco sempre più elevate.
L’ok finale per tornare a giocare si può dare dopo aver misurato bene tutti i parametri sportivi importanti: la forza, la qualità del movimento e la forma fisica.
L’atleta spesso mi dice «Sto bene, fammi tornare a giocare!». Io rispondo «Mi fido di te, lo vedo che stai meglio, ma io voglio, anzi devo misurare quanto stai meglio».
«Se un test di misurazione della forza o del movimento prevede che tu debba fare 10, devi fare 10, non quasi 10, e solo quando tutti i test sono a posto allora noi ti lasciamo tornare a giocare! Perché se non si fanno le cose bene si rischia di farsi male un’altra volta!».
Ma tutto questo vale anche per l’atleta comune?
Forse tutto questo programma vale ancora di più per un atleta comune.
L’atleta professionista ha interi staff medici e tecnici che lo seguono, eppure vediamo che a volte anche i professionisti non recuperano bene dopo un infortunio grave.
Ma è l’atleta comune che deve imporsi di fare le cose per bene, non avere fretta e recuperare perfettamente prima di tornare a fare sport dopo un infortunio.
Per quanto riguarda in particolare gli infortuni della caviglia la complicanza più grave è che la caviglia non guarisca bene, e diventi una caviglia instabile, con successive frequenti distorsioni e difficoltà a ritornare a essere il giocatore di prima!
Perciò, non sottovalutiamo il recupero dopo una distorsione della caviglia, e a questo punto non diciamo più “ma tanto è stata solo una storta!”